Isole Sostenibili 2021: le sfide per le isole minori d'Italia e le buone pratiche dal mondo

 

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Photo by Nicolò Salinetti on Unsplash (Capri)


Per oltre due terzi risultano ancora non interconnesse alla rete elettrica nazionale; quasi il 40% non dispone di un sistema di trattamento delle acque reflue; nel complesso contano un numero di impianti per la produzione da fonti rinnovabili tra i più bassi del Paese e vedono circolare un numero troppo elevato di autoveicoli in rapporto al numero di abitanti: sono le isole minori italiane, intreccio straordinario di risorse ambientali, storico-culturali e paesaggistiche, ma anche sistemi fragili, particolarmente vulnerabili all’aumento delle temperature e alle pressioni antropiche legate alla forte affluenza estiva.


Negli ultimi anni le isole minori nel mondo sono diventate palcoscenico d’interventi innovativi in ambito di energia, mobilità, ciclo delle acque e dei rifiuti e anche in Italia sono chiamate ad affrontare sfide cruciali per la conservazione del patrimonio che le caratterizza. Per comprendere meglio lo stato di avanzamento delle sfide che le attendono, Legambiente e l’Istituto Atmosferico del CNR (CNR-IIA)  promuovono l’osservatorio “Isole Sostenibili” ed elaborano l’omonimo rapporto annuale che pone al centro le 27 isole minori italiane abitate.

 

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Foto di Couleur da Pixabay (Isola del Giglio)

 


Oltre a presentare numeri e dati, l’edizione 2021 si arricchisce del racconto delle iniziative sostenibili in corso e di quelle già attivate negli ultimi anni nelle realtà isolane prese in analisi

 


Energia. L’approvvigionamento energetico rimane una delle principali sfide delle isole minori italiane abitate. Sono 20 su 27 quelle non interconnesse alla rete elettrica nazionale: Isole Pelagie, Isole Egadi, Isole Tremiti, Isole Eolie, Ponza, Ventotene, Ustica, Capraia, Isola del Giglio, Gorgona. Nonostante diverse presentino alcuni dei potenziali di soleggiamento e ventosità più promettenti in Italia, in queste isole larga parte dei fabbisogni viene garantito da vecchi e inquinanti impianti a gasolio portato via nave.


Inoltre, i numeri delle installazioni di impianti da fonti rinnovabili sono tra i più bassi a livello nazionale: il problema principale resta quello delle procedure di approvazione, complicatissime per i vincoli presenti e per l’atteggiamento contrario di diverse soprintendenze. Tra fotovoltaico ed eolico, il migliore risultato si registra a Ustica, seguita dalle isole Pelagie e Ventotene. Per contro, i valori più bassi si riscontrano su Isola del Giglio, Isole Tremiti e Salina.

 

Acqua. Nel settore idrico, le isole minori si trovano ad affrontare da un lato il problema dell’approvvigionamento di acqua potabile, strettamente legato alla scarsità delle risorse presenti in loco, dall’altro quello della depurazione delle acque reflue, ancora oggi non garantita ovunque: quasi il 40% delle isole analizzate non dispone di un sistema di trattamento. La carenza di acqua potabile costringe alcune di esse a dipendere - in certi casi anche durante tutto l’anno - dal trasporto attraverso navi cisterna o da impianti di desalinizzazione, con criticità che aumentano in estate.

 

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Photo by Charles Devaux on Unsplash (Procida)


Rifiuti. Una gestione integrata del ciclo dei rifiuti interna al perimetro naturale delle isole è una sfida ambiziosa ma necessaria, specie in estate quando si assiste ovunque al quintuplicare del numero di presenze. Tra le voci che più pesano sul bilancio delle amministrazioni, troviamo proprio il trasporto via nave dei rifiuti indifferenziati verso gli impianti sulla terraferma: fondamentali pertanto, da parte delle amministrazioni locali, politiche di prevenzione per ridurre la produzione di rifiuto alla fonte, accelerando in parallelo la differenziata tramite il servizio di raccolta porta a porta.

 

Tra il 2010 e il 2019, la capacità di differenziare i rifiuti è cresciuta un po’ ovunque e sei sono le isole che sono state in grado di distinguersi per buone pratiche: Capri, Isola d’Elba, Maddalena, Pantelleria, Procida e, in particolar modo, Sant’Antioco, risultata la più virtuosa grazie all'80% di raccolta differenziata.


Mobilità. Duplice la criticità osservata sulle isole anche in tema di mobilità: da un lato, nel collegamento con la terraferma, dall’altro negli spostamenti locali con i relativi picchi del periodo estivo. Il numero di autoveicoli per abitante si conferma, purtroppo, ancora troppo alto in molte isole minori, con i valori maggiori registrati a Lampedusa, Linosa e Pantelleria (0,8 av/ab). I più bassi invece a Capri e a Procida. La sfida in questo caso è creare un’alternativa al mezzo privato e incentivare forme di spostamento a impatto ambientale zero, andando dall’elettrico allo sharing, dai percorsi pedonali a quelli ciclabili in sicurezza, spingendo sull’integrazione delle forme di mobilità collettiva e, in parallelo, bloccando l’accesso di auto dei non residenti in estate.

 

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Foto di milito10 da Pixabay (Stromboli)


“I risultati dell’analisi dell’osservatorio confermano la necessità di accelerare negli interventi in chiave sostenibile nelle isole minori italiane. Alcuni progetti si stanno muovendo, con risultati incoraggianti come nella raccolta differenziata dei rifiuti e nel fotovoltaico. Ma i ritardi sono ancora rilevanti, specie sul fronte depurazione delle acque e nella crescita delle rinnovabili, con situazioni davvero inaccettabili per aree che dovrebbero puntare su un’offerta turistica sostenibile e di qualità", osserva Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. "Sulle rinnovabili, in particolare, occorre un cambio di passo, perché oggi la produzione elettrica viene garantita con centrali da fonti fossili, quando invece potremmo farle diventare al 100% rinnovabili, così come altre isole nel mondo stanno già facendo e come raccontiamo nel rapporto. Positiva, ma ancora a livelli e ritmi troppo lenti, la crescita del solare fotovoltaico nelle isole non interconnesse; il fallimento degli obiettivi minimi di sviluppo di energia da FER fissati al 31 dicembre 2020 è paradossale, ma ha una spiegazione evidente: troppi ritardi nei decreti e troppi vincoli paesaggistici perfino per il solare integrato nei tetti".

 

Buone pratiche dal mondo e dall’Italia. L’edizione 2021 di “Isole Sostenibili” presenta un ulteriore focus sulle buone pratiche per uno sviluppo sostenibile già in atto in Italia e nel mondo. Tra quelle internazionali, ad esempio, troviamo la proposta di eliminare l’importazione di plastica monouso approvata dal Ministero dell’Ambiente delle Maldive, che puntano a diventare plastic-free entro il 2023; ed ancora vi è il caso della greca Tilos, prima isola del Mediterraneo completamente autosufficiente dal punto di vista energetico grazie alla creazione della prima centrale elettrica ibrida in territorio ellenico; sempre in Grecia, è da segnalare la rivoluzione elettrica in corso ad Astypalea, dove i due terzi dei veicoli stanno per essere sostituiti da auto, bici e scooter elettrici, progressivamente alimentati da fonti rinnovabili. Le Isole Canarie, invece, puntano particolarmente all’eolico con un nuovo impianto in arrivo per l’isola di Fuerteventura, il più grande dell’arcipelago, in grado di soddisfare la domanda annuale energetica di 42mila famiglie.

 


"Le isole hanno delle incredibili potenzialità per diventare laboratori della transizione ecologica e serve una cabina di regia nazionale con chiari obiettivi da raggiungere, per accelerare gli interventi e spendere in modo efficiente le risorse previste dal PNRR” - Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente

 

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Foto di clarabsp da Pixabay (La Maddalena)


Guardando alle buone pratiche nostrane, si segnalano il progetto di un laboratorio per lo sviluppo turistico sostenibile nelle isole pontine di Ventotene e Santo Stefano, che prevede anche il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano, nonché laboratori per individuare nuovi processi e tecnologie, percorsi di formazione, riqualificazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica; l’iniziativa “Isole amiche per il clima: un marchio ambientale e di promozione territoriale” promossa dal Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, che prevede il riconoscimento del marchio di qualità ambientale a tutti quegli attori che adotteranno le pratiche proposte dall’Ente Parco per offrire un servizio compatibile con la salvaguardia dell’ambiente: dall’acquisto delle stoviglie compostabili all’uso di detergenti biodegradabili, fino alle azioni contro lo spreco alimentare. Interessante inoltre il progetto Tremiti Plastic Free Islands per il miglioramento della gestione dei rifiuti e la loro riduzione: due le linee di attività legate al settore ittico e al compostaggio domestico che prevedono il recupero dei rifiuti marini e un’innovativa compostiera che non utilizza energia elettrica.

 

Per approfondire la tematica, qui è possibile consultare il report

 

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