La Spesa che Sfida: da Altroconsumo i consigli per salvare salute e portafoglio

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Cucinare ricette con ingredienti di stagione, ridurre il consumo di carne, ignorare la moda dei “superfood” che spesso incentivano la deforestazione e lo sfruttamento dei lavoratori: sono solo alcuni dei suggerimenti che possono aiutare a “fare del bene” non solo al nostro organismo ma anche all'ambiente. I consumatori non sempre seguono e sono consapevoli di queste semplici, ma utili regole.
Altroconsumo, nell’ambito del progetto “La Spesa che Sfida” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (DM 7 febbraio 2018), ha realizzato alcuni strumenti per rendere più semplice la vita dei consumatori, spiegando a cosa fare attenzione, quali informazioni cercare in etichetta, ma anche come non farsi ingannare da immagini e claims pubblicitari o dal posizionamento negli scaffali.
Attraverso brevi video di cui saranno protagonisti dieci nuclei familiari tipo (single, coppia di giovani, coppia di over 65, famiglia con bambini, ecc…), l’Organizzazione aiuterà i cittadini a fare la spesa in maniera consapevole per preservare la salute, l’ambiente e il portafoglio.
L’indagine di Altroconsumo sulle abitudini degli italiani
La spesa impatta non solo su salute e portafogli, ma anche sull’ambiente: ecco perché Altroconsumo ha intervistato 1.625 persone tra i 25 e i 74 anni distribuite su tutto il territorio nazionale.
Dall’indagine – i cui risultati sono stati presentati il 21 Febbraio in occasione del Festival del Giornalismo Alimentare nel panel dedicato - è emerso che il 60% degli intervistati crede che le proprie abitudini alimentari impattino sul Pianeta ma al tempo stesso solo il 25% fa “molta attenzione” agli aspetti ambientali, valutando ad esempio il tipo di imballaggio utilizzato e controllando se il metodo di produzione è sostenibile.
Il 55% degli intervistati dichiara di essere disposto a spendere di più per acquistare prodotti sostenibili e il 54% sostiene che il prezzo non è il principale criterio di scelta usato per gli acquisti.
Questi aspetti vengono cavalcati sempre di più dalle aziende. Da Altroconsumo arriva dunque il suggerimento di non fidarsi ciecamente di slogan, immagini o elementi grafici che lasciano presumere che un prodotto sia “green”, ma di approfondire laddove possibile.

Marchi e loghi: il caso emblematico dei prodotti Dop e Igp
L’indagine dell’Organizzazione si concentra anche su marchi, loghi o slogan apposti sulle confezioni, che dichiarano di rispettare determinati criteri, dal bio al benessere animale, fino a Dop e Igp. Su questo tema, un intervistato su due dice di tenere molto all’origine degli alimenti. Questi bollini, però, non sono automaticamente sinonimo di maggiore sicurezza e qualità e addirittura non sempre assicurano un legame stretto con il territorio. Un rischio che evidentemente viene percepito dai consumatori visto che per l’82% le autorità dovrebbero controllare meglio l’uso di loghi e slogan.
Nello specifico, per quanto riguarda gli alimenti bio i prodotti più gettonati sono le uova e l’olio (le sceglie il 41% degli intervistati) seguiti da verdura e legumi (29%) e dalla frutta (26%).
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