“5 passi verso la progettazione europea”. L'importanza di giocare in squadra: la rete di Progetto
Testo a cura di Ilaria Rudisi
Nel momento in cui prendiamo la decisione di partecipare ad un bando europeo, la prima attività da fare è creare una rete di Progetto, ovvero il consorzio di più partner europei che co-progettano e compartecipano alla richiesta di finanziamento.
Rispetto al raggiungimento degli obiettivi progettuali che ci siamo prefissi, un partner di Progetto potrebbe condividere con noi tale meta oppure essere funzionale alla loro realizzazione. In questo quarto appuntamento con la nostra guida alla scoperta del mondo dei finanziamenti europei proveremo ad approfondire questo concetto, fondamentale per definire la strategia di lavoro.
La rete di Progetto non è necessariamente costituita dalle realtà con cui siamo soliti lavorare: al contrario, non sempre i “partner di lavoro” quotidiano possono essere al contempo “partner di Progetto” efficienti.
Due sono gli scenari immaginabili davanti a cui potremmo trovarci, con la nostra organizzazione, nel momento della costruzione di una rete di Progetto:
- Lavoriamo in qualità di realtà Capofila. Avremo sviluppato l'idea alla base del Progetto e saremo quindi responsabili della sua corretta implementazione. Generalmente in questo caso l’idea sarà già sufficientemente definita, dunque ciò che cercheremo sarà un partner europeo con cui strutturare le attività progettuali e creare un modello in grado di generare best practice a livello transnazionale e/o soddisfare i requisiti di partecipazione ai bandi europei. Infatti, la maggior parte delle call of application prevedono che un’organizzazione possa presentare un progetto europeo esclusivamente insieme ad altri partner. Ad esempio, se la nostra intenzione sarà quella di presentare un progetto per la formazione di personale che opera in ambito di edilizia green, procederemo individuando un’organizzazione/azienda con le stesse necessità in un altro Stato EU (si parlerà dunque di “partner gemello”) e implementeremo attività congiunte in ogni Stato coinvolto, mantenendo come obiettivo progettuale l’upskill delle competenze del personale per rispondere alle nuove richieste del mercato e dell’Unione Europea in materia di edilizia sostenibile.
L’esigenza del Capofila potrebbe però essere anche quella di mettere in rete un partner che sia complementare e non necessariamente gemello, il quale ad esempio potrebbe occuparsi della predisposizione del materiale formativo. - Partecipiamo in qualità di partner a Progetti europei. Siamo alle prime esperienze con la progettazione europea e vogliamo creare una rete di lavoro partecipando come partner di Progetto. Ricordiamoci che la parola d’ordine è sempre strategia: anche quando decideremo di partecipare come partner per iniziare a costruire una rete di Progetto, dovremo salire a bordo di progetti in linea con la mission della nostra organizzazione. Infatti, anche se non responsabile del corretto andamento del Progetto, il Partner svolge sempre un ruolo attivo con un impatto sul proprio ente.
Approccio leggermente diverso va riservato ai bandi nazionali. Ultimamente sempre più Enti finanziatori nazionali o Fondazioni iniziano a richiedere la rete di Progetto come requisito per la partecipazione, con un obiettivo però differente: massimizzare l’impatto sul territorio.
Quando ci approcciamo ad un bando nazionale, le valutazioni strategiche per la costruzione del partenariato non cambiano: il focus deve essere quello di mettere a sistema competenze differenti e complementari e/o di creare una rete di Progetto per dare vita ad una soluzione che risponda agli interessi e ai bisogni di cui le organizzazioni coinvolte si fanno istanti.
In questo caso, quando si decide di partecipare ad un bando nazionale o di una Fondazione, le organizzazioni compiono spesso l'errore di sottovalutarne la complessità, pensando così di riuscire a fare tutto in autonomia. Vi è però da considerare che esse, soprattutto se alle prime esperienze con i bandi, potrebbero risultare poco “appetibili” agli occhi del valutatore. Ed ecco che, in una situazione di partenza come quella appena descritta, la rete di Progetto può decisamente diventare un asset strategico.
Nella prossima puntata, ed ultima della rubrica, conosceremo meglio la figura del consulente e approfondiremo come lavorare insieme in maniera strategica. Potrebbe sembrare scontato, ma per ottenere il massimo risultato è necessario costruire un equilibrio e affidarsi.
Ilaria Rudisi. Laureata in Legge e specializzata in Diritto Amministrativo ed Europeo, è consulente di bandi di finanziamento europei e nazionali e di finanza agevolata. Lavora quotidianamente a stretto contatto col mondo del Diritto Amministrativo Europeo occupandosi di grants europei, dalla fase di scrittura del progetto al Project Management e alla gestione delle procedure di monitoraggio, comunicazione, rendicontazione e disseminazione. In qualità di Senior Advisor e di Project Manager in ambito di progettualità e finanziamenti europei e nazionali, lavora con molpeplici realtà in Italia e in Europa: PMI, aziende, startup, Università, Enti e Terzo Settore. Dal 2020 è CEO di Nami Evolution, società di consulenza per i finanziamenti europei. Nel 2023 ha dato vita al progetto Dinamica Europa, una guida in formato podcast al mondo dei finanziamenti europei.
Per approfondire:
Dicono di noi...
Ultimi Articoli
- Design e Salute: nasce il Centro HCD-Care e il primo Master interuniversitario italiano 12 Dicembre 2025
- Giovani e periferie: uno sguardo d’insieme sulla condizione dei giovani nelle città italiane 11 Dicembre 2025
- “InnovaCultura 2” accelera l’innovazione del sistema culturale lombardo 11 Dicembre 2025
- La cucina italiana entra nel Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO 10 Dicembre 2025
- Volontariato, il cuore dell’Italia: 4,7 milioni di cittadini protagonisti della coesione sociale 05 Dicembre 2025