DialogicaLab e Lombardini22: una partnership innovativa per la progettazione ad impatto di spazi pubblici

 

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Per guidare il cambiamento verso la costruzione di un Pianeta sostenibile si fa attualmente riferimento all’Agenda 2030, l’impegno delle Nazioni Unite che segna il definitivo superamento dell’idea per cui lo sviluppo sostenibile riguardi solamente gli aspetti ambientali. Attraverso i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, le diverse dimensioni dello sviluppo - sociale, ambientale, economica e di governance - prendono forma in una concettualizzazione integrata. In questa prospettiva, anche ruoli professionali come architetti e ingegneri giocano un ruolo centrale nel promuovere soluzioni innovative in grado di affrontare le sfide globali puntando su tutte le dimensioni dello sviluppo sostenibile.

Lombardini22, gruppo leader nel settore dell'architettura e dell'ingegneria, abbraccia questa prospettiva, riconoscendo il potenziale di ogni professionista nel rivestire il ruolo di promotore di cambiamenti anche culturali. Come afferma Elena Granata - docente del Politecnico di Milano - in questa fase storica servono Placemakers, visionari che, con intuizione e genialità, si assumono la responsabilità di plasmare la realtà, creando soluzioni innovative per rispondere alle sfide globali della comunità.

 

Come poter dunque rendere i placemakers non delle eccezioni, bensì la regola? Lombardini22 si pone questa sfida, intravedendo la possibilità che si possa fare qualcosa di più che lasciare alle scelte e propensioni individuali del singolo la realizzazione del cambiamento sostenibile

 

Cambiare mindset per immaginare l’impossibile
Questa visione ha spinto la Business Unit ESG dell'azienda a ricercare un solido fondamento teorico e un approccio metodologico in grado di permettere a professionisti diversi, come architetti, designer e ingegneri, di progettare e guidare processi di cambiamento culturale orientati alla sostenibilità sociale, economica e ambientale, attraverso la creazione di prodotti e soluzioni innovative in ambito architettonico. Il risultato di questa ricerca si concretizza nell'incontro con DialogicaLab e nell'adozione della metodologia del Communityholder Engagement®.

La collaborazione è stata resa possibile grazie a Elena Stoppioni, Direttrice della Business Unit ESG, e a Roberta Ferraguzzo, collega all'interno della stessa unità: la loro partecipazione alla IV edizione del Corso di alta formazione per Manager “Community Maker”, promosso da DialogicaLab, ha contribuito a introdurre all’interno del contesto di Lombardini22 la visione secondo la quale plasmare la realtà è una questione scientifica e di metodo a cui tutti possono contribuire.

 

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Rigenerare uno spazio pubblico in ottica Communityholder
La determinazione e l'interesse nel promuovere una cultura di sostenibilità ambientale, unite alla competenza di Stoppioni e Ferraguzzo, hanno fatto in modo che il project work - realizzato dalle due Community Makers con il coaching di DialogicaLab e parte integrante del corso MCM - divenisse catalizzatore ideale per avviare un percorso di riflessione e formazione all'interno della realtà di Lombardini22, andandosi in particolar modo a concentrare su Progetto Impact, nato come concorso di idee interno all'azienda per ripensare in chiave sostenibile l'area del parco pubblico milanese intitolato a Robert Baden-Powell e situato in zona Naviglio Grande.

 

“C’è bisogno di un ripensamento davvero profondo quando andiamo a progettare le città e i progetti in generale", afferma Giovanni Mori, ingegnere ambientale e ESG Consultant, coordinatore di Progetto Impact. “Senza l’iniziale e reale coinvolgimento delle comunità che andiamo a toccare, è difficile pensare di realizzare soluzioni davvero impattanti, che facciano realmente tagliare le emissioni e aumentino la consapevolezza rispetto alla crisi climatica in atto, e le soluzioni che dobbiamo attuare – sia nell’edilizia e i materiali, ma soprattutto nell’ideazione e per gli utilizzatori finali. Altrimenti si possono avere anche le migliori idee architettoniche, ma rimarranno inutilizzate. Con DialogicaLab stiamo implementando proprio questa metodologia nel nostro Progetto Impact.”

 

dialogicalab lombardini22 net

Dialogicalab - Lombardini22

 

Essenziale dunque il percorso di supporto metodologico offerto da DialogicaLab. Quattro i punti cruciali trattati:

 

Un salto di paradigma: dallo Stakeholder al Communityholder

Il primo passaggio è stato quello di condividere i presupposti fondativi di un nuovo modo di concepire la comunità, spostandosi dalla delega alla corresponsabilità. Nel primo caso, ci si focalizza su "cosa manca” nel parco e su cosa potrebbe interessare o servire alla comunità che gli gravita intorno, concependo il cittadino come portatore di interessi (stakeholder) a cui l’esperto è chiamato a rispondere assumendosi la delega di creare soluzioni che rispondono alla richiesta dei cittadini. Nel secondo caso, il focus è il processo: come la comunità sta affrontando il tema della sostenibilità ambientale, quali competenze è necessario introdurre, quali scarti culturali occorre innescare. Ogni soggetto del territorio è dunque portatore di comunità (communityholder), contribuendo a costruirla come risorsa attiva, che può cambiare il modo di gestire le sfide che ci riguardano come specie. Questa visione consente di progettare interventi in grado di arricchire la comunità, coinvolgendola come player in una squadra che gioca per promuoverne la coesione sociale.

 

Il nuovo mindset cambia le domande: dal progetto al processo

Se ogni attore è potenziale contributore di un cambiamento culturale che rafforza la comunità, anche il suo coinvolgimento andrà pensato in questo modo. Il team di Lombardini22 è passato dal progettare soluzioni sostenibili a livello ambientale, ad usarle come occasioni per promuovere un cambiamento culturale nella comunità. I progettisti hanno iniziato a immaginare i processi da innescare e mantenere nel tempo anche attraverso strategie architettoniche, per sollecitare l’assunzione di responsabilità della collettività nel perseguire l'obiettivo comune. Dal chiedersi quali idee rispondono ai criteri di sostenibilità ambientale, si è quindi passati al domandarsi come la progettazione della rigenerazione urbana di uno spazio pubblico può diventare opportunità per promuovere una cultura della sostenibilità (ambientale, sociale, economica) nella comunità che lo vive.

 

Il pentagramma metodologico: dare metodo al fare

Per mantenere la rotta sul processo di cambiamento - e non lasciarlo all’incertezza della casualità - servono riferimenti metodologici, che orientino l’operatività. Condivisi i presupposti fondativi e cambiata la domanda, in collaborazione al team di progettisti di Lombardini22 si sono svolti e definiti 5 passaggi metodologici, coerenti tra loro:

  1. l'esigenza in cui si colloca il movimento di Lombardini22, ovvero generare uno scarto nella comunità, da consumatrice di risorse a risorsa essa stessa, che contribuisce, in modo corresponsabile e coeso, a rigenerare le risorse ambientali;
  2. l’obiettivo di Progetto Impact, che è diventato quello di promuovere una cultura della sostenibilità ambientale (e sociale) sia internamente all’impresa sia rispetto al quartiere in cui si inserisce, in un’ottica di responsabilità condivisa e coesione sociale;
  3. le strategie, ovvero come innescare i processi di sviluppo di conoscenze e competenze internamente ed esternamente all’impresa;
  4. le azioni, cioè cosa mettere in campo;
  5. le soluzioni, che rispondano a criteri di sostenibilità ambientale e che sollecitino il contributo del cittadino nel perseguire l’obiettivo

 

L’architettura di governance per ancorare il progetto ad un processo

Nella prospettiva di stare inaugurando e promuovendo un vero e proprio processo (e andando ben oltre le specifiche caratteristiche ed esigenze di Progetto Impact), si è posta la necessità di definire una matrice programmatica per governare e rendere stabile nel tempo la sinergia tra molteplici professionisti di prassi, strategie comunicative e formative. Nello specifico caso la governance, orientata al lavoro di squadra e alla promozione di corresponsabilità, si è strutturata in un board strategico e in alcuni nuclei a presidio dei processi chiave e dell’obiettivo dell’intero progetto: Ricerca e Sviluppo del progetto esecutivo, Co-progettazione con la comunità, Social Marketing in ottica communityholder, Valutazione dell’impatto e della sostenibilità. 

 

 

 La figura del Manager Community Maker per lo sviluppo sostenibile

Il Corso di alta formazione per Manager "Community Maker", promosso da DialogicaLab, consente di acquisire competenze e metodo per diventare driver di cambiamento all'interno della propria azienda, per leggere, dare valore ed usare le esigenze della comunità esterna, per innescare processi di Communityholder EngagementⓇ verso obiettivi comuni e condivisi.

 

Lo sviluppo di competenze è centrale per collocarsi e per collocare ogni attore in qualità di protagonista attivo, l’unico modo per generare un movimento concreto verso la sostenibilità

 

Per approfondire la tematica Silvia De Aloe, Presidente di DialogicaLab e Direttrice del Corso di alta formazione per Manager "Community Maker", ed Elena Stoppioni, Direttrice della Business Unit ESG in Lombardini22 e Presidente di Save The Planet, ne hanno discusso durante il  webinar “Il Manager 'Community Maker' per progettare la sostenibilità”.

 

Qui per maggiori info sulla V edizione del corso, in partenza a febbraio 2024

 

 

Articolo in collaborazione con DialogicaLab

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