Nel Salento nasce la comunità Slow Food per lo zafferano solidale

Foto di salfree da Pixabay
Nasce “Zafaran”, la Comunità Slow Food del Salento per la promozione dello zafferano solidale per contribuire alla valorizzazione della biodiversità e delle risorse del territorio, intrecciando reti di collaborazione.
La Comunità è composita e variegata e vede impegnati Istituzioni, tra i quali l’Università del Salento, enti del Terzo settore, quale la condotta provinciale di Slow Food rappresentata da Sergio Longo, psichiatra e da tempo impegnato nel sociale, e produttori locali con una spiccata sensibilità sociale.
La rosa dei produttori comprende, infatti, la Filodolio Cooperativa Sociale, partner del progetto di agricoltura sociale Utilità marginale di Fondazione Div.ergo-ONLUS, finanziato da Fondazione con il Sud, Zafferano del Salento di Emanuele Spedicato marchio con un’esperienza decennale nella coltivazione dell’oro rosso, Luna Laboratorio Rurale, realtà agricola di Galatone di promozione culturale anch’essa vincitrice di un bando di Fondazione con il SUD– e l’azienda agricola “Così in Terra” di Renzo Paladini, agronomo di Leverano e nominato portavoce della Comunità.
Lo zafferano è fornito alla Comunità da 4 produttori che operano in ambiti riconducibili all’agricoltura sociale, caratterizzati principalmente da pratiche di inclusione sociale e di sostenibilità ambientale.
Soggetti che, nella valorizzazione di un prodotto da riscoprire, si sono ritrovati intorno ai valori dell’agricoltura sociale, del rispetto dell’ambiente e delle generazioni presenti e future, di chi è più fragile.

La nuova Comunità Slow Food Salento
L’inclusione sociale si concretizza mediante la promozione di relazioni sociali tra tutti coloro che intendono recuperare e condividere i valori sociali dell’agricoltura come la tutela del territorio, la produzione di cibo e il rispetto della dignità della ogni persona, anche con il coinvolgimento diretto delle persone più deboli e svantaggiate.
La sostenibilità ambientale si realizza attraverso l’impegno di piccoli produttori che, avendo una ridotta dimensione aziendale e muovendosi in un mercato locale, decidono di adottare modelli di coltivazione con bassi input energetici e chimici, a tutela del benessere naturale.
Le comunità Slow Food nascono con l’intento di aggregare le forze tra vari soggetti fortemente legati al territorio da interessi e tradizioni comuni per valorizzare la specificità di un particolare prodotto.
Riunirsi per dare vita ad una Comunità Slow Food, vuole essere anche un tentativo di dare corpo ad una imprenditoria diversa, capace di condividere alcuni costi e risorse, di dare visibilità ad un prodotto garantendone qualità e valore etico, di dare forza a piccoli produttori, di poter avviare percorsi di apertura e allo stesso tempo di sensibilizzazione del territorio.
Trovarsi insieme, accomunati da valori e ideali comuni mettendo al centro l’uomo in relazione alla terra che abita e che lo ospita, non è solo una strategia imprenditoriale o commerciale, ma è una possibilità per dare vita a qualcosa di nuovo a partire dalla diversità e varietà di competenze, storie, usi, sguardi e orizzonti che ciascuno mette in circolo a disposizione degli altri.
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