Tripmetoo: il turismo si fa inclusivo e viaggia oltre le barriere

Poter pianificare e personalizzare le proprie vacanze in completa autonomia, reperendo informazioni utili per qualunque tipo di viaggio, è un diritto di tutti, senza esclusioni o impedimenti in ragione di particolari esigenze o condizioni personali. Una consapevolezza che ha animato 5 talentuosi giovani campani, che nel 2017 hanno ideato Tripmetoo: una piattaforma web – accessibile anche a ipovedenti e dislessici - che consente ai travelers con bisogni specifici - come disabilità, esigenze alimentari o familiari - di poter organizzare e vivere esperienze turistiche “su misura”. La sua app proprietaria, inoltre, permette agli operatori di rilevare e trasmettere al marketplace informazioni sull’accessibilità e le caratteristiche dei servizi offerti, avvalendosi di consulenze tecniche e di continui upgrade per incrementare i livelli di qualità dei servizi.
Nel 2018, Tripmetoo ha partecipato alla Call For Impact di Get it! su Turismo Accessibile e Valorizzazione del Patrimonio Culturale e Ambientale. Dopo aver conseguito un percorso di accelerazione e mentorship, è tra le prime startup di Get it! a beneficiare dell’investimento di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, braccio strategico e operativo di Fondazione Cariplo nell’ambito dell’impact investing e promotore del programma, in partnership con Cariplo Factory.

Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore ha intervistato Giovanni D’Alessandro, fondatore e referente principale di Tripmetoo.
Cosa propone Tripmetoo sul mercato? Qual è il suo impatto?
Tripmetoo è una startup innovativa a vocazione sociale, nata a Salerno alla fine del 2017, che ha come obiettivo la valorizzazione della diversità umana: opera attraverso una tecnologia proprietaria composta dall’app rilevaME e dal marketplace. L’app viene utilizzata dagli operatori turistici tramite smartphone per raccogliere informazioni e dettagli sull’accessibilità e sulla fruibilità dei servizi offerti. Le informazioni e i dati raccolti vengono organizzati in un database e messi a disposizione degli utenti sulla piattaforma Tripmetoo, al cui interno anche i travelers con necessità specifiche (disabilità, esigenze alimentari, famiglie con bambini etc), possono auto-valutare l’aderenza del servizio turistico alle proprie aspettative ed esigenze personali, acquistare servizi ed esperienze turistiche e vivere in totale comfort e autonomia il proprio viaggio.
Tripmetoo, inoltre, promuove iniziative di capacity building delle competenze degli operatori del settore, al fine di migliorare gli standard qualitativi della loro offerta, supportandoli nella progettazione di servizi inclusivi e fruibili dal più alto numero di persone. Un’attività fondamentale per favorire un cambio di paradigma rispetto anche alla vecchia concezione di accessibilità, contribuendo alla crescita del comparto. Altro elemento distintivo, centrale nel modello Tripmetoo, è l’offerta di servizi erogati dalle organizzazioni del terzo settore sul territorio, con l’obiettivo di valorizzare le aree rurali e generare impatto positivo sulle comunità “minori”.

ll modello Tripmetoo favorisce così un cambio di approccio che riguarda trasversalmente l’intero ecosistema turistico e culturale, sia pubblico che privato.
Favorendo la connessione tra gli operatori, la messa in rete delle aree interne, l’incremento della qualità dei servizi e la diffusione di un nuovo approccio al tema della disabilità e dei bisogni specifici intende stimolare la crescita economica, sociale e culturale non solo del settore ma dell’intero sistema Paese.”
“Abbiamo molta fiducia nel team di Tripmetoo e nell’impatto che il marketplace potrà avere sulla domanda e sull’offerta di servizi turistici dedicati a soggetti con esigenze speciali. Il percorso di investimento realizzato con la start-up è emblematico dell’approccio integrato all’impact investing che promuoviamo e che definiamo “social venture building”, proprio per la sua propensione a stimolare lo sviluppo di nuove imprese, con un approccio bottom-up. Nel caso specifico, infatti, per garantire alla start-up un supporto completo a 360° è stato necessario coordinare con attenzione il percorso di capacity building con l’investimento diretto nel capitale della società, accompagnando inizialmente il progetto lungo un percorso di crescita graduale e, solo al termine dello stesso, intervenendo con le risorse necessarie al suo sviluppo.” – ha dichiarato Marco Gerevini, Consigliere di amministrazione della Fondazione Social Venture GDA.
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