Isola di Gorgona: un'Arca ideale per uomini e animali, una seconda occasione di vita all'insegna della nonviolenza

Foto @Rachele Z. Cecchini
Può un carcere essere modello di nonviolenza e libertà? È quello che è accaduto a Gorgona, nell’Arcipelago Toscano, ultima isola-carcere italiana, per venti anni teatro di un’esperienza unica, in cui il percorso rieducativo dei detenuti si è intrecciato alla sorte degli animali, sottratti ai meccanismi dello sfruttamento zootecnico. Un luogo di sperimentazione e di eccellenza in cui hanno potuto trovare spazio nuove forme di relazione, di cui hanno beneficiato sia gli animali che i detenuti, grazie a un processo di crescita personale e di rieducazione verso un'equa convivenza, basato sul rispetto dei più deboli.
Gorgona, la più piccola fra le isole del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, penitenziario e modello di nonviolenza tra uomini e animali
Ma come è nato tutto ciò? La genesi dell’esperienza maturata a Gorgona – colonia penale dalla fine dell'Ottocento – affonda le sue radici nel 1989, anno in cui sbarcano sull’isola due dei fautori della sperimentazione unica che la vedrà protagonista: Carlo Mazzerbo, nuovo giovane direttore del carcere, e Marco Verdone, medico veterinario, che si occuperà degli animali dell’isola fino al 2015. Insieme assumono la prima decisione che darà il via alla costruzione del rivoluzionario modello rieducativo: messi di fronte alle numerose presenze di animali “da reddito” allevati, aprono le gabbie, allargano i recinti, iniziano a liberarli. In questa nuova realtà, i detenuti iniziano a vedere gli animali non più come “oggetti zootecnici” ma come esseri senzienti. Vivendo con loro ne riconoscono l’individualità e i bisogni, inaugurando quel cambio di prospettiva che produrrà risultati significativi anche nel processo rieducativo.

Negli anni si susseguono progetti legati all’omeopatia, alla produzione sostenibile, alle fonti rinnovabili, all’agricoltura biologica e sociale, con numerose collaborazioni esterne, scambi con professionisti, realtà private, accademiche e istituzionali. Nel tempo, dopo aver ridotto la riproduzione degli animali, sull’isola viene interrotta la macellazione.
“Gli animali non sono cose, né sono macchine” - M. Verdone
Tutto ciò fino al 2015, quando Marco Verdone viene trasferito in altra sede e il Direttore Mazzerbo pone termine al suo incarico. Il modello che aveva preso forma a Gorgona sembra perduto per sempre: sull’isola torna ad essere incentivata la riproduzione degli animali e riprende la macellazione.
In molti però hanno continuato a credere nella possibilità di un futuro diverso per Gorgona e l'anno 2019 vede una svolta, con il ritorno di Carlo Mazzerbo alla direzione del carcere, la ripresa del dialogo con LAV e la visita del Sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi che esprime la volontà di riportare in vita il precedente modello virtuoso.
Dopo anni di petizioni, manifestazioni e un appello firmato da personaggi quali Stefano Rodotà e Erri De Luca, si riapre la pagina della convivenza solidale fra umani e animali sull’isola: grazie ad un accordo siglato ad inizio 2020 tra LAV – Lega Anti Vivisezione, Comune di Livorno e Casa Circondariale di Gorgona, in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e l’Università Bicocca di Milano, l'isola tornerà finalmente ad essere modello di buone pratiche nella relazione uomo-animale con il progetto “Gorgona, isola dei diritti umani e animali”, che vedrà la salvezza di 588 esemplari, l'interruzione di ogni attività legata alla zootecnia, la dismissione e riconversione dell'impianto di macellazione e delle strutture attrezzate a questo scopo e l'inizio di nuovi percorsi rieducativi per i detenuti.
“Finalmente si riesce a concretizzare un sogno che era stato improvvisamente interrotto nel 2015, un’esperienza relazionale di convivenza solidale, un vero e proprio laboratorio di buone pratiche di relazione nonviolente umano-animale che rappresenteranno anche un’occasione di riscatto e formazione lavorativa per i detenuti, in una delle più belle isole del mar Tirreno”, ha detto Gianluca Felicetti, Presidente LAV. “Gli animali a Gorgona non saranno più considerati macchine ma amici, mediatori e cooperatori della rieducazione, esseri viventi che da oggi hanno nuovamente un futuro”.

Foto @ Rachele Z. Cecchini
Un’Arca ideale, a testimoniare la speranza e la possibilità concreta di una seconda opportunità di vita, per ogni essere vivente.
Ma poiché il progetto prenda davvero vita è necessario ridurre l'elevato numero di animali attualmente presenti, risultato dell’attività di riproduzione incentivata ai fini dello sfruttamento zootecnico, passando dagli attuali 588 individui a 138, per il loro miglior accudimento e la buona riuscita del programma.
Il Protocollo d’Intesa, infatti, prevede che circa 450 animali debbano progressivamente lasciare l’isola: LAV assicurerà il loro mantenimento – oltre al mantenimento di quelli che rimarranno a Gorgona – e si occuperà di trovare per loro sistemazioni adeguate, con il vincolo della non macellazione e della non riproduzione, mettendo a disposizione un contributo di 45.000 euro in due anni, grazie al 5xMille dei suoi soci e sostenitori.
Ma non è tutto: attraverso il progetto “Le zampe della libertà” - che vedrà interventi rivolti alle scuole, campagne di “adozione a distanza” degli animali salvati e visite guidate sull'isola - l'associazione si impegna a far conoscere e valorizzare gli aspetti etici, ambientali ed educativi di questa esperienza davvero unica e preziosa.

Le parti coinvolte nel Protocollo d'Intesa (fonte LAV)
Sostenibilità, ambiente, biodiversità
Grazie al superamento dell’obsoleto modello di “colonia penale agricola”, la Direzione della Casa Circondariale valorizzerà la sostenibilità economica e ambientale dei propri interventi, consolidando e incentivando attività di turismo ecocompatibile, orticultura, produzioni nell’ambito del lavoro coerenti con la vocazione ambientale di Gorgona.
Gorgona diventa dunque oggi un laboratorio di buone prassi, rilanciando e ampliando l'esperienza precedente, integrandone e ampliandone il raggio di azione e coinvolgendo differenti attori, in un’ottica di sostenibilità, sia sul versante economico, che su quello dell’ambiente: i detenuti potranno svolgere, con gli animali che resteranno, attività rieducative nonviolente, focalizzate sullo sviluppo di un rapporto empatico e sul rispetto per il territorio. Con il valore aggiunto di dare l'opportunità di imparare un mestiere che tornerà loro utile una volta terminata la pena.

Operazioni di sbarco prima della partenza verso nuove sistemazioni degli animali (fonte LAV)
A giugno i primi 85 esemplari sono stati trasferiti sulla terraferma a bordo di una speciale chiatta adibita da LAV al loro trasporto in massima sicurezza, con l’assistenza di un veterinario e di personale qualificato. D'ora in poi vivranno accuditi presso il Centro di Recupero di Semproniano (GR) e in altri rifugi per animali salvati.
“Lo spostamento di questi 85 animali, i primi su un totale di 450 che dovranno lasciare l’isola, si rende necessario perché l’esperienza della convivenza solidale fra umani e animali sull’isola-carcere di Gorgona, bruscamente interrottasi tra il 2015 e il 2019 a causa dell’avvio delle produzioni zootecniche e delle macellazioni, possa finalmente riprendere, come voluto da noi di LAV, da chi ci ha sostenuto in lunghi anni di petizioni e manifestazioni, dal Comune di Livorno e dalla Casa Circondariale, che hanno siglato con noi il Protocollo d’Intesa, dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e dall’Università Bicocca di Milano, anch’essi protagonisti del progetto, senza dimenticare il ruolo fondamentale svolto del Sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, che aveva visitato il carcere nel 2019 e alla cui volontà si deve la ripresa del confronto che ci ha portato a questo importante risultato”, dichiara Felicetti.
Gli animali che resteranno sull’isola saranno curati dai detenuti con un programma di relazione della Cattedra di Diritto Penitenziario dell’Università Bicocca di Milano.

Volontario LAV (fonte LAV)
“Il nostro augurio è che il modello Gorgona, fondato sul rapporto Uomo-Animale come mezzo di ‘rieducazione e riabilitazione’, basato su cura e rispetto, diventi presto modello anche per altre realtà, e che funga da esempio per la nostra società, chiamata, oggi più che mai, a ripensare profondamente il proprio rapporto con gli animali”, aggiunge Roberto Bennati, Direttore Generale LAV.
“Con questa prima simbolica ‘Arca della Libertà’, salpata alla volta della terraferma, abbiamo messo la prima pietra, ma c’è ancora molto da fare”, conclude Bennati. “Noi di LAV siamo felici di aver assunto la responsabilità di una parte essenziale per il successo del progetto, che richiede impegno organizzativo, risorse economiche, professionalità specifiche e moltissima passione, per non arrendersi di fronte alle mille difficoltà di operazioni complesse come questa. Per ciò vogliamo dire grazie a tutte le persone che ci hanno permesso di arrivare fin qui, e grazie a tutte quelle che nei prossimi giorni e mesi vorranno continuare a sostenere questa liberazione di animali”.
Perché il sogno che finalmente rinasce a Gorgona diventi realtà, c’è bisogno di tutti
Per questo LAV fa appello a sostenitori, cittadini, a tutti coloro che credono nel diritto a una seconda opportunità di vita per ogni essere, umano o animale. Ognuno può entrare a far parte di questa esperienza unica, sostenendo il Progetto Gorgona, isola della convivenza nonviolenta tra uomini e animali, con una donazione: www.lav.it/gorgona

Foto @Rachele Z. Cecchini
Vi piacerebbe approfondire l'argomento?
- M.VERDONE, Il respiro di Gorgona. Storie di uomini, animali e omeopatia, nell’ultima isola-carcere italiana, Libreria Editrice Fiorentina, 2008
- M.VERDONE, Ogni specie di libertà. Carta dei diritti animali dell’isola di Gorgona. Il sogno di un mondo migliore per tutti i viventi, Altraeconomia, 2012
- MAZZERBO, G. CATALANO, Ne vale la pena, Nutrimenti, 2013
- F. PETRUCCI, Bruna, una maialina per amica, MdS, 2014
- M.VERDONE, L’isola delle bestie, Marotta & Cafiero, 2015
- A cura di S. BUZZELLI , M.VERDONE, Salvati con nome, Giappichelli, 2018
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