‘Leadership’ è responsabilità, è impegno, è aiuto reciproco. Parola di AIESEC

Da ormai diverse settimane, l’argomento sempre presente in prima pagina, che affolla le bacheche di Facebook e Twitter, di cui si parla in ogni programma televisivo e radiofonico, è il COVID-19 o Coronavirus.
In quanto giovani ragazze e ragazzi, i membri di AIESEC - la più grande organizzazione internazionale interamente gestita da studenti, che promuove un network di scambi internazionali e mira al raggiungimento della pace e dello sviluppo del potenziale umano - si sono chiesti “cosa volesse dire per noi giovani, noi AIESECers, vivere una situazione difficile come quella di oggi”.
L’8 marzo 2020 è stato emanato un Dpcm che prevede la creazione di un’area unica comprendente la Lombardia e altre 14 province tra Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Marche in cui sono stati limitati gli spostamenti delle persone in entrata e in uscita per il contenimento di infezione da COVID-19. Il giorno dopo, 9 marzo, la cosiddetta “zona arancione” viene estesa su tutto il territorio nazionale.
“Lo smarrimento iniziale è stato tanto. In un secondo, nella mia testa si sono affollati mille pensieri, sia quelli più personali, forse un po “egoistici”, sia quelli che coinvolgono tutti. Per la prima volta non sarei potuto tornare a casa a festeggiare il compleanno di mia mamma. Non vedo l’ora arrivi il mio turno per andare a far la spesa e prendere una “boccata” d’aria. Potrei finalmente iniziare quel libro appoggiato, o meglio dimenticato, sul comodino da chissà quanto tempo. Chissà tra quanto tempo potremo tornare a viaggiare. Speriamo veramente che questa situazione si risolva velocemente, perché altrimenti, dopo aver superato la crisi sanitaria, ci troveremo davanti un’enorme crisi economica. Il primo viaggio che farò, una volta possibile, sarà sicuramente in Italia, perché è e sarà anche compito nostro dare una spinta al nostro Paese“. Queste le parole di Pietro Sodano, responsabile delle Relazioni Pubbliche per AIESEC Italia.
“Allo stesso tempo, il mio pensiero è anche corso a quello che sarebbe successo il giorno dopo a me e ai miei colleghi: ci avrebbero chiamati i diversi membri sparsi per l’Italia, i volontari che sarebbero dovuti partire a breve per un progetto, i volontari stranieri presenti sul nostro territorio, le scuole, le strutture e le famiglie ospitanti, i molti collaboratori ai diversi eventi che AIESEC Italia aveva in programma, per sapere cosa fare”.

“Come AIESEC mi ha insegnato in questi anni, leadership è trovare soluzioni alle sfide che ci si presentano. La situazione non era e non è rosea: eravamo coscienti del fatto che avremmo dovuto sospendere temporaneamente gli scambi internazionali in entrata ed in uscita, cuore pulsante della nostra associazione. Allo stesso tempo, sapevamo di avere volontari stranieri presenti sul territorio italiano e volontari italiani già all’estero, per i quali sarebbe stato complicato tornare a casa. Immediatamente, ci siamo messi in contatto con le ambasciate dei paesi di provenienza e di accoglienza dei nostri volontari, con la plenaria globale, con i comitati italiani ed esteri ospitanti, affinché tutti i partecipanti ad un progetto di volontariato in Italia fossero aiutati e seguiti nel miglior modo possibile”.
Per essere sempre vicini ai partecipanti dei programmi di scambio e a tutti gli agenti coinvolti, per contribuire a limitare al massimo la diffusione dell’epidemia, per tutelare tutti i membri dell’associazione (e non solo), AIESEC Italia ha creato una pagina apposita, www.aiesec.it/covid-19 , sempre aggiornata in merito alla situazione di diffusione del nuovo COVID-19 e alle misure che l’organizzazione adotta, in ottemperanza alle norme vigenti e alle direttive locali e nazionali.

“Fortunatamente, ogni membro di AIESEC è abbastanza abituato allo smart working: tutti noi abbiamo fatto almeno un meeting su Skype, abbiamo organizzato almeno un evento online”, continua Pietro. “Allo stesso tempo, però, AIESEC è anche amicizia, è unione, è consapevolezza di avere sempre qualcuno accanto pronto ad aiutarti e sostenerti, è passare anche 24/7 per una settimana intera con le stesse persone senza mai stufarsi: a causa del virus, tutto questo sarebbe stato complicato. Per questo cerchiamo di rimanere ogni giorno in contatto con tutti i membri di Italia e non solo, cercando di fare ciò che AIESEC insegna, ossia creare spazi di collaborazione che incoraggino le persone ad agire".
Da questo è nata l’idea di #LeadershipÈAnche, una campagna tra tutti gli oltre 600 membri di AIESEC Italia che raccontano cosa sia per loro la Leadership in questo momento, come si possa essere leader pur rimanendo a casa:

• #LeadershipÈAnche rinunciare a stare con la mia famiglia e il mio fidanzato per non rischiare di metterli in pericolo. (Daniela)
• #LeadershipÈAnche comprensione e valutazione dei rischi, di quelli che si possono correre e di quelli che invece è meglio non correre. Credimi, quell’incontro può diventare una conference call. (Grazia)
• #LeadershipÈAnche prendere le decisioni e agire, mentre gli altri esitano. (Rafa)
• #LeadershipÈAnche informarsi costantemente, prendersi la responsabilità di condividere le informazioni corrette e di sfatare quelle false. È soprattutto in momenti di incertezza come questo, che lucidità e razionalità sono pilastri fondamentali. (Michela)
• #LeadershipÈAnche rinunciare a qualcosa di nostro oggi per stare tutti meglio domani. È un senso di comunità che eccede il nostro piccolo per garantire il benessere del Paese e del resto del mondo. (Alessio)

Poiché “Leadership” è responsabilità, è impegno, è aiuto reciproco, AIESEC Italia ha deciso di dare una risposta comunitaria, di essere vicino a tutte le persone, soprattutto a quelle che più soffrono in questo momento: "Insieme ad altre associazioni, imprese e celebrità abbiamo deciso di supportare la campagna #nonlasciamoindietronessuno, invitando tutti i nostri membri, più o meno giovani, “storici” o attuali a fare una donazione, piccola o grande, per acquistare nuove attrezzature ospedaliere ed aiutare a garantire un futuro per tutti".
“Durante queste settimane tutti abbiamo dovuto fare dei sacrifici, più o meno grandi, e ne dovremo fare ancora nei giorni e nelle settimane a venire. Sappiamo anche che se tutti seguiamo le regole, se tutti ci impegniamo, se tutti agiamo veramente come role model, riusciremo a superare questo momento difficile e a tornare a stare bene, ad abbracciarci, a stare insieme, a viaggiare, a fare passeggiate in compagnia”.
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