Dieci anni di Ashoka Italia: presentata la nuova Mappatura dell’innovazione e del cambiamento sociale
Per costruire un futuro più equo e più prospero l’Italia ha bisogno di un cambiamento che parta dal basso, dai bisogni reali della popolazione, e che offra soluzioni efficienti, replicabili e capaci di generale valore. Con questi obiettivi lavora Ashoka, network globale che seleziona e sostiene gli innovatori sociali più determinati e visionari.
Nato nel 1980, Ashoka è oggi presente in 98 Paesi tra cui, dal 2015, anche l’Italia. In occasione del suo Decennale, celebrato a Milano il 22 e 23 ottobre, Ashoka Italia fa un bilancio della sua attività: in dieci anni di presenza nel nostro Paese, ha raccolto e distribuito circa due milioni di euro per sostenere il lavoro di persone che, con i loro progetti, producono benefici tangibili per le comunità in cui operano, mostrando così, attraverso il proprio esempio, che tutti possono essere protagonisti del cambiamento.
Fra gli esempi di innovazione sociale sostenuti da Ashoka in Italia c’è AddioPizzo, fondato da Dario Riccobono insieme ad altri giovani siciliani: una rete di oltre 270 imprese che rifiutano il pizzo, sostenute da una comunità di consumatori consapevoli, da cui è nato anche AddioPizzo Travel, tour operator di itinerari “pizzo free” che ha coinvolto 48.000 viaggiatori e 35.000 studenti in viaggio di istruzione, generando un indotto di 6,4 milioni di euro a favore di imprese etiche.
Un altro progetto sostenuto da Ashoka è quello di Eleonora Voltolina, che ha scelto invece di dedicarsi alla disoccupazione giovanile e al precariato under35, tra i più alti d’Europa. Ha creato la piattaforma di networking La Repubblica degli Stagisti e ha costruito un’alleanza con imprese che si impegnano a offrire tirocini di qualità, con indennità e prospettive di assunzione: oltre il 30% degli stagisti in queste aziende viene assunto, contro una media nazionale ferma al 9%.
Ashoka supporta anche CiaoLapo, organizzazione fondata dalla psichiatra Claudia Ravaldi, che ha introdotto in Italia le linee guida internazionali per l’assistenza alla morte in utero e ha diffuso strumenti come la MemoryBox, oggi presente in circa il 25% degli ospedali italiani, offrendo sostegno a oltre 20 mila famiglie.
“Negli ultimi 10 anni, grazie al supporto dei nostri partner, abbiamo raccolto e investito nel mondo 425 milioni di dollari per lo sviluppo del settore dell'imprenditoria sociale", spiega Federico Mento, co-direttore di Ashoka Italia. "A livello globale, il 95% degli innovatori sociali sostenuti da Ashoka ha creato posti di lavoro nelle proprie comunità, il 64% di essi ha influito sulle scelte dei governi per l’allocazione di risorse in progetti di innovazione sociale, il 60% ha creato nuovi mercati. Lavoriamo perché i progetti degli innovatori sociali che sosteniamo siano replicabili e quindi che il cambiamento che essi producono diventi sistemico, cioè capace di intervenire sulle cause profonde dei problemi sociali, andando oltre la risposta ai sintomi visibili. Per dare un numero, abbiamo rilevato che ciascuno dei 4mila innovatori sociali supportati da Ashoka nel mondo è in grado, con la sua attività, di migliorare la vita di 600mila persone. Si tratta di cambiamenti realizzati dalle persone per migliorare la vita delle persone, rispondendo a bisogni sociali concreti e urgenti con soluzioni altrettanto concrete, originali ed efficaci”.
Gli innovatori sociali che Ashoka supporta - gli Ashoka Fellows - vengono selezionati ogni anno in tutto il mondo. Oggi sono oltre 4.000 a livello globale, 32 in Italia, dei quali 3 nominati nel 2025
I nuovi Ashoka Fellows italiani sono stati presentati a Milano il 22 e 23 ottobre in occasione dei Changemaker Days, appuntamento che ha riunito oltre 400 persone dall’Italia e dall’Europa per celebrare i 10 anni di Ashoka Italia: imprenditori e imprenditrici sociali, giovani innovatori, leader educativi, istituzioni e protagonisti del mondo imprenditoriale e filantropico italiano.
Gli Ashoka Fellows 2025 per l’Italia: chi sono
Martino Corazza, fondatore di IMAS - International Mixed Ability Sport, finalizzata all’inclusione delle persone con abilità differenti attraverso lo sport.
Corazza è da anni promotore del modello Mixed Ability per uno sport inclusivo, capace di abbattere le barriere tra sport “per disabili” e sport “per tutti”, facendo giocare insieme persone con e senza disabilità in squadre ordinarie, allenamenti reali e campionati veri. L'obiettivo è smontare l'aspetto della competizione a favore di quello ricreativo, ludico e sociale, offrendo a tutti l’opportunità di realizzare il proprio potenziale.
IMAS - International Mixed Ability Sports, di cui Corazza è co-fondatore e direttore, opera in tutto il mondo a partire dal Regno Unito utilizzando un approccio multidirezionale: a rivolgersi all'organizzazione sono sia i club, che ricevono supporto e strategie personalizzate per introdurre squadre di Mixed Ability nelle proprie società, sia gli allenatori, che ottengono adeguata formazione e contribuiscono alla condivisione di esperienze, sia gli aspiranti giocatori di ogni genere, età e provenienza, che vengono aiutati a trovare la propria squadra per intraprendere o riprendere un percorso sportivo altamente educativo. Grazie al suo approccio sistemico innovativo, IMAS ha saputo creare un grande impatto nel mondo dello sport non professionistico: 30 Paesi nel mondo hanno adottato il modello in 123 club, con oltre 275.000 partecipanti attivi.
“Il rugby è uno sport che si presta naturalmente a creare inclusione – spiega Corazza – ma oggi lavoriamo su una ventina di sport differenti, raccogliendo istanze sia dai diretti interessati che dai club, dalle scuole, dagli insegnanti, dalle federazioni che non hanno strategie specifiche per l’inclusione oppure che non hanno un’uscita paralimpica. La nostra prima missione è trovare asset locali su cui fare leva per partire: se la squadra Mixed Ability c’è, allora diventiamo tutti uguali, siamo tutti atleti, riconosciuti e celebrati per la nostra diversità”.
Aurora Caporossi, presidente e fondatrice di Animenta, realtà fondata nel 2021 con l'obiettivo di lottare contro i disturbi alimentari.
"So cosa significa quando parli e nessuno ti ascolta. Per questo ho voluto creare una realtà di cui io stessa avrei avuto bisogno quando stavo male. Animenta ha dato voce a chi non l’aveva, unendo pazienti, famigliari, esperti e clinici, per affrontare i disturbi alimentari con uno sguardo nuovo: non quello del corpo e del cibo ma quello dei volti e delle persone. Perché sono le singole storie a offrire a chi soffre di disturbi alimentari uno specchio in cui riconoscersi. E ascoltandole si arriva a capire che c’è sempre una speranza", afferma Aurora.
Non a caso, il claim di Animenta è raccontare per sensibilizzare. Iniziative come questa non solo risvegliano l'opinione pubblica, ma offrono anche supporto concreto a chi ne ha bisogno: il Ministero della Salute stima che in Italia oggi più di 4 milioni di persone soffrano di DNA (Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione) e decine di milioni di giovani e di adulti nel mondo si ammalano ogni anno.
Grazie al suo approccio sistemico innovativo, Animenta ha raggiunto risultati significativi in pochi anni, collaborando con più di 114 esperti del settore, incontrando oltre 40.000 ragazzi nelle scuole - col coinvolgimento di oltre 300 volontari, di cui il 70% sono ex pazienti oggi guariti - e organizzando oltre 100 attività e campagne di sensibilizzazione.
Oggi Animenta, con il sostegno di Ashoka, continua a investire nei suoi progetti sottolineando l’importanza di un approccio integrato. Tra gli obiettivi a breve termine c’è il potenziamento della rete degli Animenta Camp, camp estivi pensati per restituire socialità a chi soffre di disturbi alimentari.
Hannes Goetsch, fondatore e CEO di BASIS Vinschgau Venosta, un progetto di riutilizzo dell’ex caserma Druso di Silandro, in Val Venosta, divenuta un Social Activation Hub finalizzato allo sviluppo regionale e sociale nei settori dell’economia, della cultura, dell’istruzione e degli affari sociali.
Il progetto nasce dal profondo radicamento di Hannes con il territorio altoatesino e dal suo desiderio di creare un centro di innovazione sociale unico nel suo genere nell’arco alpino, incentrato sull’immaginazione e sulla creatività ma con un forte interesse all’interazione economica e commerciale. Nel 2016 Hannes presenta il concept, di forte impatto, e viene assunto dal Comune di Silandro come capo progetto per lo sviluppo delle attività di BASIS, nell’ex caserma Druso di Silandro. L’obiettivo è quello di portare la Val Venosta ad uscire dalla consuetudine culturale ed economica legata alla monocoltura delle mele, per aprirsi ad altri settori e diversificare l’economia locale. Dal 2020 BASIS assume la gestione dell’HUB, che offre servizi di innovazione per imprese e istituzioni, spazi condivisi ed eventi di qualità globale, con un board di 7 componenti, 10 dipendenti e oltre 120 membri, di cui più di 50 attivi.
Oggi BASIS coinvolge in maniera indiretta migliaia di persone non solo in Val Venosta ma in tutto l’Alto Adige, nei paesi confinanti e tutta l’Europa, mescolando le priorità economiche e sociali nel suo core business e cercando di compensare in modo globale gli svantaggi locali della Val Venosta. Tra i suoi progetti di maggior successo c’è la creazione, grazie alle risorse del PNRR, della prima grande Comunità Energetica della Val Venosta, che riunisce 13 Comuni aderenti al Consorzio dei Comuni della Val Venosta. Inoltre, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di competenze locali come l’artigianato d’arte, la fotografia, la filmografia, la musica, l’agricoltura sostenibile e l’enogastronomia, BASIS ha dato vita a KASINO, un club multifunzionale di livello globale che ospita conferenze, eventi, festival di musica elettronica e concerti. Un prototipo unico nel suo genere, che coinvolge centinaia di giovani dai 15 ai 30 anni.
BASIS oggi guarda al futuro con la missione di coniugare vita sociale, cultura, tecnica ed economia, creando coesione tra le parti italofone e tedescofone del territorio altoatesino, per riabilitare il passato e le ferite di un territorio di frontiera dotato di enormi potenzialità.

I changemaker di Ashoka Italia. Fonte foto Ashoka Italia
Tra gli Ashoka Fellow selezionati nel mondo ci sono anche quattro premi Nobel: Jerry White, statunitense, premio Nobel per la Pace nel 1997 per le sue campagne internazionali contro gli armamenti e le mine antiuomo; Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace nel 2006 per aver creato la prima banca di microcredito e microfinanziamento in Bangladesh, la Grameen Bank; Carlos Nobre, scienziato brasiliano premio Nobel per la Pace nel 2007 per i suoi studi sul cambiamento climatico; e Kailash Satyarthi, premio Nobel per la Pace nel 2014 per la sua lotta contro il lavoro minorile in India e nel mondo.
La mappatura dell'innovazione sociale e la visione al 2035
Il Decennale di Ashoka Italia è stato l’occasione per presentare la nuova Mappatura dell’innovazione e del cambiamento sociale, un’indagine che ha coinvolto 267 persone della rete di Ashoka, presentata a Milano durante i Changemaker Days 2025.
Gli innovatori sociali italiani hanno un’età media di 37 anni, sono prevalentemente donne (64%), per il 93% possiedono una laurea o un titolo post laurea, vivono prevalentemente al Nord e al Centro e operano soprattutto nei piccoli comuni o in provincia (78%).
L’Italia si conferma così un mosaico territoriale in cui il cambiamento parte dal basso e dalle comunità locali. È qui che l’innovazione è più necessaria, per offrire risposta a bisogni concreti generando strumenti efficaci e modelli di intervento che siano scalabili e possano diventare sistemici
“La ricerca che abbiamo condotto insieme ai Dipartimenti di Culture, Politica e Società e di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino e all’associazione Forwardto ci invita a guardare al 2035 con occhi nuovi", commenta Arianna De Mario, co-direttrice di Ashoka Italia. "Immaginiamo un’Italia in cui ogni persona, giovane o adulta, si sente protagonista del cambiamento: scuole che diventano laboratori di cittadinanza attiva, imprese che mettono l’impatto sociale al centro, città che si rigenerano grazie alla creatività e alla collaborazione di tutti. Ma vediamo anche i rischi di un’Italia a due velocità, segnata da disuguaglianze, digital divide e precarietà, dove la disinformazione può minare la coesione sociale e la democrazia. La sfida è trasformare queste complessità in opportunità, promuovendo una partecipazione diffusa, un’innovazione etica e inclusiva, e una transizione verde che non lasci indietro nessuno. Il futuro non è qualcosa che si aspetta: è qualcosa che costruiamo insieme, ogni giorno, attraverso le nostre azioni e il nostro coraggio di essere changemaker”.
Non mancano tuttavia gli ostacoli all’innovazione sociale. I più segnalati sono le resistenze sociali e culturali, le difficoltà di accesso alle risorse e i vincoli normativi e burocratici. I bisogni più sentiti riguardano la creazione di reti di collaborazione e di finanziamenti più flessibili, mentre le principali aree di intervento cui si concentra l’attività sono la salute, il pianeta e il clima, i diritti umani, la partecipazione civica, lo sviluppo economico, l’educazione e la tecnologia utilizzata a scopi benefici.
I giovani al centro del cambiamento
I Changemaker Days 2025 sono stati l’occasione per conoscere da vicino anche le attività di Ashoka dedicate ai giovani, sviluppate in Italia a partire dal 2017 attraverso due programmi interconnessi: Educazione Trasformativa, rivolto al mondo scolastico, e Programma Giovani, focalizzato sulle nuove generazioni.
Sul fronte dell’educazione, dal Ashoka ha dato vita a una comunità nazionale molto attiva, composta da oltre 11 Scuole Changemaker, più di 70 docenti e dirigenti scolastici, 7 Ashoka Fellow attivi sull’educazione in Italia, oltre 100 leader educativi, 25 partner, tra aziende, organizzazioni del Terzo Settore, enti filantropici e istituzioni. I programmi di Ashoka dedicati ai giovani hanno raggiunto oltre 5.000 giovani in tutta Italia, con più di 50 percorsi di changemaking e la costituzione di 3 Young Advisory Board.
I partner
Ashoka Italia collabora con una rete di sponsor e partner che sostengono la sua missione di promuovere l’imprenditoria e l’innovazione sociale.
Nello specifico, Hogan Lovells è main partner per i Changemaker Days. Importanti enti come il Comune di Milano e Fondazione Cariplo offrono il patrocinio, riconoscendo il valore pubblico dell’iniziativa. NWG Energia/NWG Italia e Sammontana SPA Società Benefit sono sponsor. Fondazione Amplifon, Fondazione Edoardo Garrone, Fondazione EOS Edison Orizzonte Sociale, Fondazione Nando ed Elsa Peretti, Fondazione Pietro Pittini, Intesa Sanpaolo, Unione Buddhista Italiana e Save the Children Italia affiancano l’evento con il loro contributo. Supportano Ashoka Fondazione Alberto e Franca Riva Ente Filantropico, Fondazione DeAgostini, PFC - Partners for Change. Boehringer Ingelheim è Global Partner.
Dicono di noi...
Ultimi Articoli
- Design e Salute: nasce il Centro HCD-Care e il primo Master interuniversitario italiano 12 Dicembre 2025
- Giovani e periferie: uno sguardo d’insieme sulla condizione dei giovani nelle città italiane 11 Dicembre 2025
- “InnovaCultura 2” accelera l’innovazione del sistema culturale lombardo 11 Dicembre 2025
- La cucina italiana entra nel Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO 10 Dicembre 2025
- Volontariato, il cuore dell’Italia: 4,7 milioni di cittadini protagonisti della coesione sociale 05 Dicembre 2025