Un modello di sport welfare replicabile: Coach di Quartiere tra inclusione e cittadinanza attiva
Fonte foto L’Orma SSD

Un modello di sport welfare replicabile: Coach di Quartiere tra inclusione e cittadinanza attiva

Nato nel 2020 da un’idea di Claudio Massa, fondatore e Brand Ambassador dell'agenzia educativa non profit L’Orma SSD, il progetto Coach di Quartiere rappresenta una nuova frontiera dell’innovazione sociale attraverso lo sport. Con alle spalle oltre vent’anni di esperienza nel campo della formazione educativa e sportiva, L’Orma ha messo al centro della propria missione lo sviluppo personale e professionale di bambini, giovani e adulti, utilizzando lo sport e l’attività fisica come strumenti di crescita.

Con lo slogan “Protagonisti della città”, Coach di Quartiere scende in campo – letteralmente – nei parchi e nelle scuole di tutta Italia, portando lo sport gratuito e inclusivo là dove ce n’è più bisogno. L’obiettivo? Restituire centralità alle persone e costruire comunità più coese, sane e partecipative.

Il progetto propone un modello innovativo di sport welfare, capace di trasformare l’attività sportiva in un potente motore di rigenerazione urbana e coesione sociale. Non si tratta solo di promuovere il benessere fisico, ma di creare spazi di incontro, relazione e crescita, in particolare per i più giovani.

A rendere possibile tutto questo è un’ampia rete di collaborazione che coinvolge attivamente aziende private, enti del terzo settore, amministrazioni pubbliche, fondazioni filantropiche, centri di servizio per il volontariato, società sportive e federazioni. Tutti uniti dalla convinzione che lo sport possa e debba essere uno strumento di trasformazione sociale, accessibile a tutti.

Coach di Quartiere si rivolge principalmente a bambini tra i 6 e i 13 anni che vivono situazioni di fragilità – economica, culturale, sociale o caratteriale – offrendo loro l’opportunità di partecipare a percorsi sportivi gratuiti, seguiti da giovani volontari tra i 16 e i 25 anni, i veri e propri "Coach di Quartiere", coordinati dai Play Maker. Le attività si svolgono in palestra durante l’inverno e, con la bella stagione, si trasferiscono all’aperto, nei parchi cittadini.

Ma Coach di Quartiere non si ferma qui. Per ampliare il proprio impatto e radicarsi in maniera capillare sul territorio, il progetto si è evoluto in un vero e proprio modello di Franchising Sociale. Questo permette di replicare l’iniziativa in diverse città italiane, adattandola ai bisogni specifici delle comunità locali, pur mantenendo saldi i valori alla base.

 

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Fonte foto L’Orma SSD

 

Coach di Quartiere guarda lontano, ma agisce vicino, all’interno delle comunità: è lì che il progetto sprigiona tutta la sua forza

 

"Credo fermamente che lo sport possa essere un potente motore di cambiamento nelle comunità locali", afferma Claudio Massa, Innovatore Sportivo del Terzo Settore e ideatore di Coach di Quartiere. "Lo sport è un mezzo per generare nuovo valore, esperienza da condividere che può avere un impatto sociale positivo importante sulla comunità e soprattutto sui più giovani, spesso disorientati e bisognosi di una guida, ma anche sui bambini che, per vari motivi, non hanno accesso all’attività sportiva di base”.

Il progetto dedica un’attenzione speciale a chi, troppo spesso, resta ai margini, mettendo al centro le fasce più fragili della popolazione e offrendo risposte concrete a bisogni reali. Da un lato ci sono i bambini che, per ragioni economiche, sociali o familiari, non hanno accesso all’attività sportiva di base. A loro Coach di Quartiere garantisce accesso gratuito ad attività ludiche e motorie, creando spazi di benessere, inclusione e socialità. Un aiuto che si estende anche alle famiglie, supportate nella gestione quotidiana del tempo e delle risorse, grazie a un servizio educativo e aggregativo di valore.

Ma il progetto guarda anche al futuro attraverso lo sguardo e le energie dei volontari, adolescenti e giovani adulti che scelgono di mettersi in gioco in un percorso di crescita personale, formazione e cittadinanza attiva. Attraverso esperienze come l’alternanza scuola-lavoro, i ragazzi acquisiscono competenze trasversali e imparano a essere protagonisti positivi del cambiamento nei propri quartieri. Un’opportunità concreta per contrastare il fenomeno dei NEET, offrendo loro nuove prospettive e strumenti reali per costruirsi un futuro.

A rendere tutto questo possibile è una vera e propria squadra che scende in campo ogni giorno. Il cuore pulsante dell’iniziativa, il motore sul territorio, è rappresentato dalla figura del Coach di Quartiere, il giovane volontario che anima le attività ludico-sportive nei parchi e nelle scuole, instaurando un legame diretto con i bambini e restituendo vitalità agli spazi pubblici, che tornano così ad essere luoghi di comunità e condivisione.

A guidarli c’è il Playmaker, una figura ispirata al mondo del basket: un Coordinatore Sportivo di 3° Settore che ha il compito di organizzare, motivare e dirigere le “azioni di gioco” del team sul territorio. A supportarlo entra in scena l’Aiuto Playmaker, un ruolo affidato a volontari diplomati che hanno già maturato esperienza come Coach e che desiderano crescere ulteriormente all’interno del progetto.

L’introduzione di questa figura rappresenta un’evoluzione importante: non solo amplia le possibilità di responsabilizzazione e crescita dei giovani coinvolti, ma rafforza anche la capacità del progetto di rispondere con efficacia alla crescente domanda di sport, gioco e socialità da parte dei bambini. Perché Coach di Quartiere non è solo un progetto: è un movimento che, passo dopo passo, costruisce comunità più forti, inclusive e resilienti.

"Desideriamo promuovere un approccio in cui il Coach di Quartiere possa rappresentare un percorso continuo per i bambini e i ragazzi dai 6 ai 25 anni, basandosi sui principi di scambio e contaminazione tra individui", prosegue Claudio Massa. "Nel lungo periodo ci aspettiamo che i bambini vorranno fare i Coach volontari e che alcuni dei volontari si candideranno per diventare Playmaker, in un percorso di crescita personale di educazione civica. Auspichiamo inoltre che le aziende e le Fondazioni colgano il valore del progetto, supportandolo attivamente per contribuire insieme alla crescita e allo sviluppo della comunità”.

 

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Claudio Massa (al centro). Fonte foto L’Orma SSD

 

Per raccontare davvero cosa accade sul territorio, vero luogo della trasformazione, Coach di Quartiere si affida allo Sport Welfare Report, un documento che, dal 2023, restituisce in modo chiaro e accessibile l’andamento del progetto attraverso dati e numeri che ne illustrano la portata. Ma lo Sport Welfare Report è molto più di una semplice fotografia quantitativa: è uno strumento che dà voce al cambiamento, perché dietro ogni cifra c'è l'impatto sociale che si genera sul territorio. Un impatto che si legge nelle evoluzioni quotidiane delle comunità coinvolte, operando in piena sintonia con le grandi sfide globali.
Coach di Quartiere contribuisce infatti attivamente al raggiungimento di alcuni obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, dimostrando come interventi locali possano avere un impatto globale. Promuovendo uno stile di vita attivo e sano, si colloca in linea con l’Obiettivo 3 – Salute e Benessere. Con i percorsi educativi rivolti a bambini e giovani, sostiene l’Obiettivo 4 – Istruzione di Qualità. L’impegno per l’inclusione e l’accesso equo alle opportunità abbraccia l’Obiettivo 10 – Riduzione delle Disuguaglianze, mentre la valorizzazione degli spazi pubblici e la promozione della coesione sociale rispondono all’Obiettivo 11 – Città e Comunità Sostenibili.

In questo modo, Coach di Quartiere si afferma come un modello concreto di sport welfare capace di generare benessere, istruzione, inclusione e cittadinanza attiva, contribuendo alla costruzione di comunità più eque e partecipate. È la dimostrazione che anche il gioco, quando è pensato con cura e visione, può cambiare il mondo. Un quartiere alla volta.

 

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