Atotus, il circuito virtuoso e in continua evoluzione che connette la filiera della moda sostenibile

 atotus fondatori

Nicola Mascia e Silvia Atzori 

 

Atotus in sardo significa a tutti. È proprio con l’obiettivo di coinvolgere tutti che Silvia Atzori e Nicola Mascia hanno dato vita ad Atotus, un circuito di economia circolare nel mondo della moda sostenibile, il primo in Italia con queste caratteristiche.

 

Silvia, laureata in Management con un Master in sviluppo sostenibile, lavorava in ambito bancario occupandosi di sviluppo commerciale mentre Nicola, anche lui laureato in Management con un Master in Marketing, lavora da anni nella comunicazione. Dal mix di competenze trasversali e passioni e dalla volontà di creare qualcosa di loro ma che fosse anche di impatto per la comunità, a maggio 2021 nasce Atotus.

 

Il progetto vuole coinvolgere tutti gli attori della filiera della moda sostenibile e mettere al centro il consumatore finale, vero protagonista del cambiamento con le sue azioni

 

ATOTUS disegno circuito

Il circuito virtuoso di Atotus


Per mettere in pratica l’idea, Atotus apre uno store fisico, in provincia di Trento, e un portale online dove è possibile acquistare abbigliamento e accessori sostenibili e consegnare i propri capi usati. Parallelamente viene creata una piattaforma tecnologica e una moneta virtuale, la T.I.P. (acronimo di Together Is Possibile), che funge da misuratore di sostenibilità e incentivo.

 

Il sistema funziona come una "camera di compensazione di crediti" e crea una forma di scontistica concessa al consumatore finale, il Tipper, in cambio del suo usato. La TIP funziona inoltre lato B2B attraverso tutta la filiera per poi tornare al consumatore finale, creando una situazione vincente per tutto l’ecosistema Atotus.

 

I capi usati raccolti, grazie agli attori del circuito, prendono tre vie a seconda delle loro caratteristiche e condizioni: riciclo, upcycling e riuso

 

Atotus Store

Lo store di Atotus


Il circuito è in continua evoluzione e, partito nel 2021 con 8 aziende, oggi coinvolge 22 realtà che si contraddistinguono per il loro impegno verso la sostenibilità. Gli attori coinvolti sono sia aziende del mondo tessile, nei vari step della filiera, che scuole di moda ed enti del Terzo settore. A questi si aggiungono aziende sostenibili in altri settori che condividono gli stessi valori e che, grazie alla Tippers Challenge, sono entrati nel circuito per premiare i migliori Tippers per le loro azioni virtuose.

 


Negli ultimi mesi sono nate inoltre, all’interno di Atotus, due nuove tipologie di canali dedicati ad aziende e scuole/enti, con il filo conduttore della sostenibilità

 


Con le aziende attente al tema ESG e all’economia circolare, in qualsiasi settore, vengono sviluppati percorsi di co-progettazione per la creazione di prodotti tessili circolari. I progetti vanno dai regali aziendali a materiali per eventi e fiere fino a packaging da inserire nel processo produttivo aziendale. L’obiettivo è permettere anche a realtà aziendali virtuose di contribuire con le proprie azioni a una sostenibilità che sia ambientale, sociale ed economica.

 

Atotus Scuole

Atotus - Iniziative con le scuole.

 


Con le scuole e gli enti che lavorano con i giovani, vengono invece creati progetti formativi e laboratoriali per tutte le fasce d’età. Si va da percorsi interattivi e sensoriali sul tessile a quiz a premi sulla sostenibilità e l’economia circolare. Atotus, a oggi, ha già parlato con oltre 800 ragazze e ragazzi, trovando in loro una capacità di recepire e mettere in pratica ciò che apprendono incredibile.

"Trasmettere questi concetti il prima possibile, magari attraverso il gioco, è uno strumento indispensabile per creare una nuova generazione consapevole che può davvero guidare il mercato con le sue scelte" commentano Silvia e Nicola


Ultimo aspetto che sarà sempre più centrale nel progetto è l’innovazione sociale. Atotus ha nel suo nome il concetto di inclusività e l’obiettivo dei fondatori è che sia sempre più un laboratorio dove tutti possano trovare nuove opportunità e diventare attori protagonisti del cambiamento. Il motivo alla base è che ognuno, se messo nelle condizioni giuste, può avere il suo spazio all’interno della comunità e generare consapevolezza.

 

 

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