Design e Salute: nasce il Centro HCD-Care e il primo Master interuniversitario italiano
Anche nelle filiere della salute – oggi attraversate da una trasformazione profonda – il design può diventare un vero motore di innovazione, così come già accaduto in altri settori del Made in Italy. In un dialogo sempre più stretto con medicina, ingegneria e scienze sociali, il design è in grado di contribuire alla revisione di prodotti e tecnologie (dai dispositivi medici alle soluzioni digitali), al miglioramento dei processi e dei percorsi di cura e all’elevazione della qualità, della sicurezza, dell’accessibilità e dell’efficienza dei servizi sanitari grazie ad approcci human-centered e al service design.
Un’integrazione che può rafforzare la competitività delle filiere produttive collegate alla salute, sostenendo una pipeline di ricerca e sviluppo più robusta e in grado di generare valore industriale e sociale. Il punto di partenza non è nullo: oggi il 9,4% delle richieste di servizi di progettazione rivolte al settore del design proviene proprio dall’ambito salute, e la tendenza è destinata a crescere nei prossimi anni. Più della metà delle attività progettuali (56%) riguarda prodotti, il 38% servizi e il 6% ambienti. Nei prodotti, i principali campi di intervento sono dispositivi medici, packaging e interfacce fisico-digitali e prodotti digitali; per i servizi prevalgono invece interazione medico-paziente, monitoraggio dei percorsi di cura e formazione.
Questi temi sono stati al centro del convegno “Human-Centred Design per l’innovazione e la competitività delle filiere della salute made in Italy”, ospitato il 4 dicembre presso l’Università di Firenze, Dipartimento di Architettura – Sede di Santa Teresa.
Durante l’evento esperti e imprese hanno discusso delle molteplici modalità attraverso cui il design sta generando innovazione nel settore sanitario, delineando le nuove competenze richieste ai professionisti del progetto, le dinamiche di collaborazione interdisciplinare nello sviluppo di prodotti e servizi fisici e digitali e le esigenze emergenti dalle filiere italiane dell’healthcare.
Nel corso dell’incontro sono stati inoltre presentati il Centro interuniversitario HCD-Care – Human-Centred Design per la cura, il benessere e l’inclusione e il primo Master interuniversitario italiano dedicato al Design per la Salute, intitolato Human-Centred Design per l’innovazione e la competitività delle filiere della salute made in Italy. Il Centro, che coinvolge cinque atenei (Firenze, Genova, Chieti-Pescara, Siena e Roma La Sapienza) e avrà sede presso l’Università di Firenze, aspira – grazie alla collaborazione con esperti, imprese e associazioni di categoria – a diventare uno dei principali poli nazionali dedicati allo sviluppo del design applicato alla salute.
Il Master, al via nel 2026, è promosso dal Centro interuniversitario HCD-Care e da Fondazione Symbola, insieme a Confindustria Dispositivi Medici, Farmindustria e Deloitte. Accanto alle principali associazioni di categoria saranno coinvolte aziende dei settori medicale, farmaceutico e biotech e studi di progettazione già attivi nel design per la cura e l’assistenza. Il percorso è destinato principalmente – ma non esclusivamente – a laureati in Design, Architettura, Ingegneria Gestionale, Ingegneria dell’automazione, Ingegneria Biomedica e Comunicazione
L’obiettivo è proporre un percorso formativo di alto profilo in grado di preparare designer capaci di operare con competenze specifiche e di contribuire in modo concreto all’innovazione e allo sviluppo delle imprese pubbliche e private che operano nella sanità e nell’assistenza. Il rapporto tra design e filiere della salute sta infatti assumendo un’importanza sempre più strategica: il design può incidere in modo decisivo sull’innovazione di prodotti, processi e modelli di business, rafforzando la competitività delle imprese. Non si tratta di un potenziale astratto, ma di una tendenza già evidente: laddove il design è integrato nei processi aziendali, le performance risultano migliori, in linea con quanto accade da anni in numerose filiere del Made in Italy.
“HCD-Care – dichiara Francesca Tosi, direttrice del Centro interuniversitario - è il primo centro di ricerca italiano dedicato al Design per il settore della salute, nato sulla base delle esperienze maturate negli anni all’interno delle cinque Università afferenti. In questo settore, oggi in costante crescita, il design rappresenta un fattore strategico di innovazione e di sviluppo sia nel campo della ricerca che in quello della produzione industriale. I metodi e gli strumenti del design, e in particolare degli approcci Human-Centred Design e Design Thinking, consentono infatti di rispondere con soluzioni appropriate e innovative alle reali esigenze e aspettative degli operatori sanitari, dei pazienti e delle loro famiglie nei diversi campi di intervento: dal progetto dei dispositivi medici e dei macchinari per diagnosi e terapia, alla robotica e ai wearable devices, dagli arredi e servizi per l’assistenza domiciliare, agli strumenti e alle interfacce di comunicazione”.
“L'Italia è una delle principali capitali mondiali del design, prima in Europa in termini di fatturato e addetti del comparto – dichiara Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione Symbola -. Il design oggi più che mai può creare un ponte tra le nuove tecnologie, la salute e il benessere delle persone, ma può anche rappresentare per il Paese e per le filiere industriali della salute uno strumento per accrescere la qualità di prodotti e servizi e accelerare la competitività delle imprese. Per questo è importante questo nuovo Master interuniversitario dedicato al design della salute, dal titolo Human-Centred Design per l’innovazione e la competitività delle filiere della salute made in Italy, che partirà nel 2026. Non siamo a zero, già oggi il 9,4% dei servizi di progettazione richiesti al settore proviene proprio dalle filiere della salute, con la previsione di salire al 9,7% come evidenziato nel report Design Economy di Fondazione Symbola, Deloitte private, POLI.design, ADI e CUID”.
“Il contributo dei designer alla competitività delle imprese della filiera industriale della salute implica che il designer abbia un bagaglio di competenze multidisciplinari - in particolare connesse alla sfera economico-finanziaria e dei processi, delle procedure e dei sistemi di controllo aziendali - che non sono tipiche dei piani di studio di formazione specialistica del designer stesso; per questo motivo, Deloitte ritiene di potere dare un contributo alla formazione del designer - affiancandosi agli atenei promotori del Master Interuniversitario Italiano in Design per la Salute - relativamente a quel bagaglio di competenze aziendalistiche che consenta al designer di interagire con interlocutori a lui non familiari ma dai quali non può prescindere ai fini della ottimizzazione del proprio impatto sullo sviluppo strategico sostenibile dell’azienda in cui opera" - dichiara Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader Italia.
“L'industria farmaceutica è da sempre una delle eccellenze del Made in Italy: con una produzione pari a 56 miliardi di euro nel 2024, un export in continua crescita (54 miliardi nel 2024) – dichiara Giovanna Pescatore, direzione Tecnico-scientifica di Farmindustria e membro del Comitato di indirizzo del master - e solidi investimenti in ricerca e produzione, pari a 4 miliardi lo scorso anno, rappresenta un motore strategico per il Paese. L’innovazione è il driver che guida il settore e permette alle nostre aziende di rispondere ai bisogni di salute e restare competitive a livello globale. E innovare significa anche e soprattutto investire nelle competenze, che sono un fattore di competitività per l'Italia. Servono professionalità capaci di evolvere al passo con le nuove tecnologie, con la crescente digitalizzazione nella R&S, nella produzione, nell’interazione con operatori sanitari e pazienti, fino al design di prodotto, che ha l'obiettivo di facilitare la gestione del percorso di cura da parte del paziente. L’industria farmaceutica punta sul capitale umano e per questo ritiene fondamentale la collaborazione con il mondo accademico, così da costruire percorsi formativi aggiornati, multidisciplinari e realmente aderenti alle sfide future. In questa direzione va l’incontro di oggi con la presentazione del Centro interuniversitario HCD-Care e del primo Master interuniversitario in Design per la Salute, che testimonia l’alleanza strategica tra industria farmaceutica e università per formare i professionisti della farmaceutica made in Italy”.
“Crediamo fortemente in questo progetto, che dimostra come l’integrazione tra discipline diverse possa favorire l’innovazione e migliorare l’usabilità dei dispositivi medici, aumentando al contempo qualità e sicurezza delle tecnologie – afferma Livio Zingarelli, Vicepresidente con delega al capitale umano di Confindustria Dispositivi Medici e membro del Comitato di indirizzo del master -. Le aziende del settore hanno un bisogno crescente di professionisti capaci di operare in team interdisciplinari e di supportare i processi di innovazione end-to-end, dalla ricerca alla progettazione industriale, fino al post-market. Questo significa saper integrare competenze tecniche, regolatorie e di gestione del rischio con la capacità di analizzare comportamenti e flussi sanitari, oltre alla co-progettazione con pazienti, caregiver e operatori sanitari, mantenendo sempre una forte attenzione agli aspetti di sostenibilità e accessibilità. In questo scenario il design non è più una competenza accessoria, ma diventa un asset strategico per la competitività delle nostre aziende”.
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