Torna il bando “A braccia aperte”: 10 milioni per sostenere gli orfani di femminicidio
Foto di Patrick Pahlke su Unsplash

Torna il bando “A braccia aperte”: 10 milioni per sostenere gli orfani di femminicidio

  • data di chiusura del bando: 02-10-2025
  • stato del bando: Chiuso
  • Soggetto beneficiario: Terzo settore

 Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con conseguenze che si estendono ben oltre le vittime dirette. A subirne gli effetti più profondi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti “orfani speciali”, ovvero bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Si tratta di una situazione tutt’altro che marginale, che richiede un’attenzione crescente da parte delle istituzioni, della società civile e della comunità educante nel suo complesso.

Le analisi più recenti condotte da ISTAT, dal Ministero dell’Interno e dalle associazioni antiviolenza confermano una persistente e preoccupante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. Ogni anno, in Italia, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori, a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo rende l’Italia uno dei paesi europei con il più alto numero di orfani di femminicidio.

A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta sistematica dei dati e la definizione precisa della categoria dei figli orfani di crimini domestici sono ancora in fase di sviluppo. La loro vita viene stravolta da un trauma complesso e stratificato: non si tratta di un lutto ordinario, ma della perdita violenta e simultanea di entrambi i genitori – uno ucciso, l’altro detenuto o irreperibile – che spesso impedisce qualsiasi processo di elaborazione del dolore in condizioni di normalità. In molti casi, i bambini e i ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze precedenti l’omicidio, o addirittura dell’atto stesso, e sviluppano disturbi da stress post-traumatico. A tutto ciò si aggiunge il peso della stigmatizzazione sociale: questi minori portano addosso il marchio di una tragedia familiare che li isola, li rende oggetto di pietismo o, nei casi peggiori, di giudizio.

Le conseguenze sono molteplici e si manifestano su diversi piani: giuridico, sociale e psicologico. Per questo motivo, sono necessari interventi strutturati, continuativi e costruiti su misura, capaci di rispondere alla complessità delle esperienze vissute da questi bambini e ragazzi.

In questa direzione si inserisce il bando “A braccia aperte”, promosso da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Dopo la prima edizione, avviata nel 2021 attraverso un percorso di progettazione partecipata, che ha permesso di attivare quattro cantieri educativi nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e nel Sud Italia con un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro, l’iniziativa viene ora rinnovata e ampliata.

Sono nuovamente disponibili 10 milioni di euro, suddivisi in due linee di intervento: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. L’obiettivo è quello di consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di crimini domestici, valorizzando le esperienze già avviate e stimolando la nascita di nuove alleanze educative sui territori.

Per risultare ammissibili, le proposte devono essere presentate da una partnership composta da almeno tre enti, in possesso dei requisiti previsti dal bando. In particolare, la partnership deve comprendere, oltre al soggetto responsabile, almeno un altro ente del Terzo Settore. Gli altri partner possono provenire dal Terzo Settore, dalla scuola, dalle istituzioni pubbliche, dai sistemi di formazione, dalle università, dai centri di ricerca o dalle imprese. Se partecipano enti for profit, il loro ruolo deve essere di supporto, offrendo competenze e risorse per lo sviluppo del territorio senza finalità di lucro.

Ogni partner, tranne enti locali, amministrazioni penitenziarie, scuole, università e centri di ricerca, può partecipare a una sola proposta.  È inoltre auspicabile il coinvolgimento dei servizi sociali, sanitari, delle forze dell’ordine, delle autorità giudiziarie e di professionisti come psicologi, assistenti sociali e pediatri.

Il contributo richiesto deve essere compreso tra 250 mila e 1,5 milioni di euro e accompagnato da un cofinanziamento monetario pari ad almeno il 10% del costo complessivo del progetto.

 

Tutti gli enti di Terzo Settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del 2 ottobre 2025

 

Grazie alla prima edizione del bando, centinaia di bambini, ragazzi e famiglie affidatarie hanno già potuto ricevere un sostegno concreto. Il rinnovo dell’iniziativa rappresenta un passo decisivo per rispondere a un’emergenza sociale ancora troppo spesso invisibile, offrendo strumenti, risorse e relazioni a chi vive le conseguenze più profonde di una violenza familiare.

 

 

Per maggiori informazioni:

Pagina del bando

Regolamento

 

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