Welfare aziendale: il ruolo chiave dei Public Benefit. Cosa emerge dalla ricerca IPSOS-DOXA per BONOOS
Foto di Israel Andrade su Unsplash

Welfare aziendale: il ruolo chiave dei Public Benefit. Cosa emerge dalla ricerca IPSOS-DOXA per BONOOS

I dati recentemente pubblicati da Eurostat (“Annual full-time adjusted salary in EU”) restituiscono un quadro chiaro: nel 2024, in Italia, i salari sono cresciuti del 2,7%, un valore pari a circa la metà della media europea, che si attesta al 5,2%. Un incremento già di per sé contenuto, che ha inoltre dovuto confrontarsi con l’impatto dell’inflazione e con l’aumento dei prezzi dei beni alimentari, cresciuti complessivamente del 25%, riducendo sensibilmente l’effetto reale sugli stipendi.

In questo scenario, le imprese hanno progressivamente rafforzato gli strumenti di sostegno al reddito dei propri dipendenti, tra cui il Welfare Aziendale rappresenta oggi una delle leve più diffuse ed efficaci. Attraverso i Piani di Welfare Aziendale, infatti, è possibile riconoscere ai lavoratori importi che, alle condizioni previste dalla normativa fiscale, non sono soggetti né a tassazione né a contribuzione previdenziale, producendo un incremento netto della busta paga. In Italia, l’apporto economico medio annuo di un Piano di Welfare Aziendale è stimato in circa 1.000 euro pro capite (fonte: Edenred “Osservatorio Welfare Aziendale 2025”).

Accanto al welfare di fonte privata, esiste tuttavia un ulteriore bacino di risorse economiche spesso trascurato. Milioni di lavoratori, pur possedendo i requisiti per accedere a bonus e agevolazioni pubbliche destinati a persone e famiglie, non ne usufruiscono. Le cause sono molteplici: una diffusa non conoscenza delle misure disponibili, la complessità delle procedure burocratiche necessarie per ottenerle e la convinzione – spesso errata – che la presenza di un reddito da lavoro escluda automaticamente l’accesso a tali sostegni.

Questi fattori alimentano il fenomeno sociale del non-take-up, che genera il cosiddetto “Welfare non riscosso”. Secondo le principali ricerche disponibili, l’incidenza media di questo fenomeno raggiunge il 40% dei casi tra i soggetti che potrebbero beneficiare delle misure (Eurofound 2015, INAPP 2022, INPS 2025).

 

Public Benefit e welfare aziendale: un’integrazione possibile

A confermare questo quadro interviene anche la ricerca realizzata da IPSOS-DOXA per BONOOS, che evidenzia però segnali di miglioramento grazie all’azione delle imprese più evolute. L’indagine, condotta su un campione di 100 HR Manager decisori delle politiche di welfare e wellbeing in aziende con oltre 250 dipendenti, mostra come il Welfare Aziendale sia ormai una prassi consolidata: 8 organizzazioni su 10 offrono ai propri collaboratori un Piano di Welfare Aziendale, con una diffusione ancora maggiore nelle aziende di dimensioni più grandi.

I Fringe Benefit risultano la formula più diffusa (76%), seguiti dai Flexible Benefit (44%). Cresce però anche l’attenzione verso i Public Benefit, un ambito di intervento in rapida espansione: quasi il 20% delle aziende garantisce già ai propri dipendenti l’accesso a bonus e agevolazioni di fonte statale, regionale e comunale.
L’integrazione dei Public Benefit all’interno dei Piani di Welfare Aziendale risponde a una duplice logica: da un lato è coerente con gli obiettivi di sostegno al reddito e al benessere dei lavoratori, dall’altro è semplice da realizzare, soprattutto per le imprese che dispongono già di un portale di Welfare Aziendale. In questi casi, l’erogazione e la gestione dei Public Benefit avvengono direttamente attraverso la piattaforma del Provider, nella quale può essere facilmente integrata una soluzione tecnologica dedicata alla mappatura e alla semplificazione dell’accesso ai bonus pubblici.

 

Conoscenza in crescita, ma ancora parziale

La ricerca IPSOS-DOXA evidenzia come la conoscenza dei Public Benefit sia già piuttosto diffusa: oltre 6 HR Manager su 10, anche in aziende che non offrono servizi di facilitazione al take-up dei bonus pubblici, dichiarano di essere a conoscenza di queste misure. Considerando l’intero campione, la percentuale sale al 71%.

Tuttavia, trattandosi di soluzioni di introduzione relativamente recente, il livello di consapevolezza rimane ancora iniziale. Anche tra coloro che conoscono o hanno già incluso i Public Benefit nel Welfare Aziendale, il 75% non è in grado di indicare correttamente il numero effettivo di bonus disponibili in Italia. Poco più della metà degli intervistati stima erroneamente che si tratti di un numero compreso tra 100 e 200, mentre BONOOS ne ha mappati oltre 1.000, riferiti a ambiti quali famiglia, salute, non autosufficienza e disabilità, istruzione dei figli, mobilità sostenibile, tempo libero e casa.

Una consapevolezza ancora limitata riguarda anche l’impatto economico dei Public Benefit: solo 4 HR Manager su 10 sanno che il contributo potenziale può superare i 1.000 euro all’anno pro capite.

 

Le imprese guardano al futuro dei Public Benefit

Nonostante questi limiti, l’interesse delle aziende è in crescita. Il 60% degli HR Manager si dichiara propenso a introdurre i Public Benefit all’interno delle iniziative di Welfare Aziendale o, se già presenti, a confermarne l’adozione anche per il prossimo anno. La propensione aumenta ulteriormente nelle imprese che hanno già avviato percorsi di integrazione tra Welfare Aziendale e Welfare Pubblico o che dispongono di un Piano di Welfare Aziendale strutturato.

Secondo gli HR Manager, la leva principale per l’introduzione dei Public Benefit resta il vantaggio economico per i lavoratori. Tra i benefici aziendali più rilevanti emergono l’aumento della soddisfazione dei dipendenti e la consapevolezza che il valore economico generato dai Public Benefit non incide sui budget aziendali, trattandosi di misure di natura pubblica.

Nelle aziende già dotate di un Piano di Welfare Aziendale, i vantaggi percepiti sono ancora più ampi: miglioramento del clima interno, sostegno concreto e misurabile al reddito dei lavoratori senza costi aggiuntivi, rafforzamento e completamento dell’offerta di welfare complessiva. Non sorprende, infine, che quasi 8 HR Manager su 10 ritengano che i dipendenti accoglierebbero positivamente l’introduzione di soluzioni di questo tipo: per i lavoratori, l’accesso ai Public Benefit si traduce in un miglior supporto al benessere e alla vita quotidiana, grazie a un maggiore potere d’acquisto e a risposte più efficaci ai bisogni sociali.

 

BONOOS, il ponte tra welfare aziendale e welfare pubblico

In questo scenario si inserisce l’esperienza di BONOOS Srl – Società Benefit, startup innovativa ad elevato impatto sociale e primo operatore in ambito HR-tech attivo in Italia come Welfare Integration Partner.

Attraverso una WebApp dedicata, BONOOS mette a disposizione di imprese e lavoratori servizi in grado di selezionare, monitorare e aggiornare in tempo reale percorsi personalizzati di informazione e accesso a bonus, agevolazioni e voucher finanziati dallo Stato, dalle Regioni e dai Comuni, contribuendo a ridurre in modo concreto il fenomeno del non-take-up delle misure pubbliche.

Il ruolo di BONOOS come attore dell’ecosistema del welfare è riconosciuto anche a livello istituzionale e di innovazione sociale: la società è partner del Comune di Milano nell’ambito del progetto “Patto per il Lavoro”, è stata selezionata da F6S come “Top Welfare Start-Up in Milan” ed è stata menzionata come “Start-Up per gli SDGs” all’interno del programma “Reach the Goals” di CARIPLO Factory.

“Con la nostra soluzione – sottolinea Giovanni Scansani, co-founder di BONOOS Srlrisolviamo un evidente paradosso: i Piani di Welfare Aziendale sono anche, se non soprattutto, prassi di sostegno al reddito dei lavoratori, ma nascono incompleti a causa della loro mancata integrazione con l’offerta pubblica di bonus che dà maggiore robustezza, in termini di valore economico disponibile, alle risposte ai bisogni dei dipendenti e delle loro famiglie. Non cogliere questa opportunità significa non aver compreso l’ovvio: il Welfare Aziendale esprime la sua massima efficacia solo se, oltre ai Fringe e ai Flexible Benefit di fonte privata, non dimentica per strada i numerosi Public Benefit disponibili”.

“La nostra piattaforma – evidenzia Emanuele Cipriani, co-founder di BONOOS Srlè già integrata con quella dei principali Provider di Welfare Aziendale e anche da questo punto di vista, per i datori di lavoro, non sfruttare questa facile sinergia è un paradosso, trattandosi di una soluzione immediatamente attivabile che offre un concreto aiuto ai lavoratori rendendoli consapevoli delle agevolazioni pubbliche che possono sostenere il loro reddito e aiutandoli a conoscere i servizi alla persona cui hanno diritto di accedere resi disponibili a livello nazionale, regionale e locale. Siamo molto soddisfatti della reazione del mercato: a poco più di due anni dalla nostra nascita abbiamo già acquisito oltre un centinaio di aziende clienti, anche di rilevanti dimensioni, per oltre 70.000 lavoratori beneficiari dei nostri servizi”.

 

 

Dicono di noi...